Via Clavature Bologna si estende da Piazza Maggiore fino a via Castiglione.
La sua prima documentazione risale al 1377 col termine Chiavature. Come Chiavature questa via è ricordata in un rogito del 1377. Pare che in quel periodo la via fosse nota anche come via di San Vito per la vicina scomparsa chiesa di Santa Tecla dei Lambertazzi o di San Vito.
Questo odonimo, con piccole insignificanti varianti (Chiavadure, Ruga delle Chiavature, Chiavadur) venne formalizzato con la riforma Napoleonica del 1801 come Clavature.
Clavature passò indenne la riforma toponomastica del 1873/78 per venire soppresso nel 1919 (delibera del 31 maggio) e sostituito da una Via Piave, sicuramente ricordo di una guerra appena finita, ma nome assolutamente inopportuno per il centro storico. Fortunatamente una ulteriore delibera (del 3 agosto 1934) ripristinò l’antico via Clavature.
In merito al significato di Clavature o Chiavature, furono fatte diverse ipotesi, tra cui la presenza di una famiglia dalle Chiavature, piuttosto che la presenza di parecchie botteghe serrate da robusti catenacci o chiavadure.
Pare che invece si debba pensare alla presenza di botteghe dove venivano prodotte serrature (documenti dell’inizio del XIV secolo inducono a ritenere corretta questa ipotesi).
Ad ulteriore conforto di ciò è la concentrazione nelle vie di questa zona di parecchi artigiani che diedero il nome alle vie stesse (si vedano le vie Calzolerie, Drapperie e degli Artieri).
Ad oggi, Via Clavature è diventata un passaggio d’obbligo per i turisti che visitano Bologna: piena di locali per mangiare e degustare prodotti tipici (vedi l’ormai celebre Mercato di Mezzo) e boutique di grandi marchi dove fare shopping, il tutto contornato da un’architettura di tipo medievale che crea un’atmosfera magica, impossibile da dimenticare.