Palazzina della Viola

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Palazzina della Viola

Palazzina della Viola fu fondata intorno alla fine del Secolo XV da Annibale Bentivoglio per farne luogo di delizia e comfort per la sua famiglia. Scacciati i Bentivoglio da Bologna, l’architettura quattrocentesca della Palazzina, passò alla famiglia Salicini mentre nel 1540 fu acquistata dal Cardinale Bonifacio Ferreri per aggregarla al Collegio dei Piemontesi, che aveva sede principale nel contiguo antico fabbricato dell’Orto Botanico. Ebbe in seguito varie destinazioni, fino al momento in cui nel 1803 il Governo Napoleonico la destinò alla Scuola di Agraria della Università, diretta da Filippo Re.
Nel secolo XVI, sotto i Ferreri, la Palazzina ebbe pitture dell’Aspertini, di Innocenzo da Imola, di Prospero Fontana e di altri. Nelle logge del primo piano vi sono tre affreschi di Innocenzo da Imola rappresentanti favole mitologiche, che costituiscono i soli dipinti di carattere profano di quel celebre pittore. Il primo affresco, nella loggia che guarda verso levante, raffigura “Apollo e Marsia”; il secondo e il terzo, nella loggia verso mezzogiorno, rispettivamente “Diana e Atteone” e “Diana e Endimione. Al pianterreno un soffitto porta pitture attribuite ad Amico Aspertini. Il salone si caratterizza per l’affresco grandioso di Prospero Fontana, inquadrato in una composizione architettonica, nel quale sono raffigurati episodi della “Leggenda di Silvestro papa e Costantino imperatore”. L’alto fregio ricco di putti, che corre tutt’intorno alla sala, si ritiene opera di Nicolò dell’Abate.

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Come arrivare alla Palazzina della Viola

in bus: linee e orario sul sito www.tper.it
in auto: tangenziale uscita 9 direzione centro.

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Avatar Luciano Monteleone
Programmatore e web designer per lavoro, da sempre ho amato viaggiare ed esplorare culture e tradizioni di tutto il mondo. Ai tour organizzati preferisco la libertà di muovermi e di inseguire la mia curiosità; mi lascio attrarre dalle situazioni particolari, dalla gente, dai profumi della natura e del cibo. Viaggiare è vivere l’istinto del momento perché altrimenti che scoperta sarebbe?
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