Con gli Hotel Supramonte e la guest star Ellade Bandini hanno ripreso vita le intramontabili canzoni del grande Faber
Le parole, la musica, le idee, i pensieri. Tutto questo e molto altro hanno fatto di Fabrizio De Andrè un riferimento culturale e ideologico del nostro Paese. Un faro che ancora oggi, anche per le nuovissime generazioni, è in grado di emozionare e fare riflettere come pochi cantautori sono stati capaci. Ascoltarlo dal vivo è un privilegio che non è più concesso, ma ci sono alcune realtà, come gli Hotel Supramonte, nate per far rivivere le intramontabili canzoni del grande Faber. Ed è questo che è successo al Teatro Duse di Bologna, dove una platea gremita si è data appuntamento per assistere all’omaggio al grande cantautore genovese.
Gli Hotel Suprameonte (Luca Cionco alla voce; Edoardo Fabbretti – batteria, percussioni; Glauco Fantini – basso, cori; Simone Temporali – tastiere, cori; Antonello Pacioni – chitarra classica acustica Bouzouki, mandolino; Alessandro Errichetti – chitarra elettrica acustica mandolino; Serena Di Meo – violino, cori; Fisandro Famiani – fisarmonica; Roberto Vittori – fiati percussioni; Giorgia Zaccagni – voce), nati nel 2013, si affermano nel tempo come una delle più rigorose e accreditate band nella diffusione dell’opera “faberiana”. Dopo aver calcato i palchi estivi, la compagine ha intrapreso la strada dei teatri, cercando un ambiente più raccolto e idoneo per le atmosfere intime e intense proprie del cantautore genovese. A colpire in prima istanza è l’incredibile voce di Luca Concio. Incredibile non solo per la impressionante somiglianza a quella di De André ma anche per la bravura e per il rispetto con il quale si appresta a cantare le sue canzoni.
La recensione dello spettacolo «Omaggio a Fabrizio De Andrè»
La prima parte della serata è stata dedicata all’esecuzione del concept album Storia di un impiegato, eseguito nella sua interezza, senza interruzioni. Realizzato nel 1973, l’album ha come tema centrale la rivolta giovanile che si ebbe a Parigi nel maggio del 1968. Questo episodio serve come spunto, per l’impiegato ptotagonista delle canzoni, utile a fare delle riflessioni. canzone dopo canzone, il protagonista prende coscienza che bisogna lottare contro il potere e non farsi andare tutto passivamente bene, ma che per farlo l’unico modo è agire in massa . L’album si chiude infatti con la frase manifesto dell’intero progetto: «per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti».
Nella seconda parte del concerto si sono susseguiti i grandi successi del cantautore che hanno infiammato la platea, tanto più che, a prendere possesso della batteria, è stata la guest star della serata, Ellade Bandini, storico batterista che ha suonato, tra gli altri, anche con Fabrizio De Andrè.
Per altri spettacoli in programma al Duse: teatroduse.it