Dove si mangia bene a Bologna? E, soprattutto, quali sono i locali dove gustare la vera e buona cucina emiliana? Ci viene in aiuto la guida Osterie d’Italia di Slow Food che, anche con l’edizione 2024, ha individuato le insegne più fedeli alla genuinità, alla territorialità e alla sostenibilità
© Articolo di Martin Campus
Bologna è amatissima per la sua cultura culinaria, ricca di tradizioni e sapori autentici. Tra i tesori custoditi tra le vie medievali e le piazze lastricate di pietre, ci sono sicuramente le osterie, luoghi intrisi di storia e convivialità, richiamate in tante canzoni dei cantautori bolognesi. Sono, in pratica, i posti ideali per sperimentare l’autenticità enogastronomica dell’Emilia-Romagna.
Quelle tradizioni fatte di genuinità e rispetto, per la natura e per le persone, sono al centro della filosofia di Slow Food che – tra le tante iniziative – riconosce e preserva le osterie dove il tempo sembra essersi fermato per lasciare spazio alla freschezza delle tradizioni alimentari. Tra tavoli in legno e ospitalità aperta, nelle osterie di Bologna il cibo è molto più di un semplice nutrimento: è un rituale, un’esperienza condivisa tra amici e familiari, un momento di piacere autentico.
Sommario
Le migliori osterie di Bologna, secondo la Guida Osterie d’Italia 2024
Ogni anno i risultati del lavoro di selezione delle insegne che meglio aderiscono ai valori dell’associazione, confluisce nella Guida Osterie d’Italia che, nell’edizione 2024, ha segnalato oltre 100 osterie in Emilia-Romagna e, tra queste, 21 hanno ricevuto l’ambìta “Chiocciola di Slow Food”. Si tratta del riconoscimento più importante, assegnato ai locali che in termini di ambiente, cucina e accoglienza, rispettano lo spirito del movimento nato a Bra nel 1986, per iniziativa di Carlo Petrini.
Osterie bolognesi segnalate da Slow Food
Ma quali sono allora le migliori osterie di Bologna? Il lavoro degli ispettori di Slow Food a Bologna non deve essere stato facile, in quanto sotto le Due Torri si registrano oltre 850 osterie e, tra queste, solo 4 sono rientrate nella guida 2024. Tra queste, due hanno il riconoscimento della chiocciola (Osteria Bottega e Trattoria di Via Serra), mentre la Trattoria Collegio di Spagna e Al Cambio sono state segnalate in base ad alcuni parametri congrui con il pensiero del movimento piemontese, ad esempio il rispetto e la valorizzazione dei prodotti territoriali.
Osteria Bottega, in via Santa Caterina 51
L’osteria di Daniele Minarelli, in via Via Santa Caterina 51, guadagna un meritatissimo posto tra le 21 chiocciole emiliano-romagnole. Il locale, accogliente e caldo, richiama la tipica atmosfera delle osterie bolognesi: pavimenti in legno, mobili antichi e oggetti d’epoca e sedie in paglia fanno sentire il cliente a proprio agio.
Qui, la cucina bolgnese e un’articolata proposta di vini raccontano il territorio e i suoi protagonisti. La qualità eccellente delle materie prime non si discute, con impeccabili esecuzioni di pasta fatta a mano e una selezione locale di prodotti caseari. Maggiori informazioni su orari e prenotazioni: www.osteriabottega.it.
Trattoria di Via Serra, via Luigi Serra, 9b
La Trattoria di Via Serra, gestita sapientemente da Flavio Benassi e Tommaso Maio, è il secondo chiocciolato bolognese.
«…è un luogo necessario, un presidio in città di quel cibo capace di raccontare in maniera autentica il territorio e la tradizione emiliana.»
Così la guida Osterie d’Italia 2024 presenta questa realtà in zona Bolognina, dove si può godere di una cucina emiliana sincera, con materie prime autentiche e preparazioni appaganti. Interessanti la proposta di vino al calice, la buona qualità dell’olio extra-vergine di oliva e la varietà di buoni prodotti da forno.
Il menu cambia mensilmente ma senza mai dimenticare il solco della tradizione che si concretizza nella pasta fresca artigianale (ottimi i tortelloni ripieni di ricotta bianca modenese o i tortellini in brodo di cappone, solo per fare due esempi), nelle crescente con pesto montanaro e parmigiano, nei fritti o nei dolci della tradizione quali zuppa inglese e raviole. Non sono le uniche specialità, Flavio e Tommaso offrono molto di più! Ma attenzione: se non prenotate, rischiate di non trovare posto. Info: www.trattoriadiviaserra.it
Trattoria Collegio di Spagna, via Collegio di Spagna 15b
Il locale di Sandro Frigerio, in pieno centro storico ma in un angolo lontano dal traffico e dai rumori, propone una cucina bolognese schietta e senza fronzoli, con un menù ristretto ma attento alle materie prime e alla stagionalità.
La carta comprende pochi primi piatti, ben eseguiti, affiancati da una proposta del giorno in base alla stagionalità: non mancano tagliatelle al ragù di carne, tagliatelle di ortica al prosciutto, tortelloni al sugo o con burro e salvia e ovviamente i tortellini in brodo. Tra i secondi, la cotoletta alla petroniana racconta perfettamente la “vecchia Bologna”, come fanno anche il friggione con uovo, le crescentine con salumi e squacquerone o i dolci tipici. Una particolare nota di merito, secondo Slow Food, è relativa alla buona proposta di vini al calice. Info: Facebook
Al cambio, via Stalingrado 150
Situato in zona Fiera, di fronte al Parco Nord, fin dal 1991 questo ristorante ha sempre avuto successo per la qualità della proposta e l’efficienza del servizio. Non è un caso che sia sempre ben frequentato durante la settimana (per scelta, chiude nei festivi).
L’interno è sobrio ed elegante, più aderente ad un ristorante che alla visione tradizionale dell’osteria. L’accoppiata vincente tra Matteo Poggi in cucina e Piero Pompili in sala garantisce un’esperienza soddisfdacente al punto che Slow Food ha deciso di premiare questa realtà inserendola nella guida 2024.
Il menu non ha bisogno di presentazione perchè ripercorre i classici della cucina bolognese, eseguiti con grande maestria e con un occhio alla bella presentazione. Slow Food ne premia, con l’iconcina del calice, la buona proposta di vini al calice e del territorio. Info: www.ristorantealcambio.it