Ricordo che un anno fa, dopo essermi trasferita a Bologna, mi capitava spesso di passare per Strada Maggiore in quanto la sede della facoltà universitaria che avevo scelto era proprio lì. Erano i primi giorni in una nuova città, così grande rispetto al mio paesino d’origine, ma allo stesso tempo accogliente come può esserlo solo una piccola cittadina.
Giravo per strada emozionata, pronta a scoprire ad ogni passo un nuovo scorcio mozzafiato nel quale non mi ero ancora imbattuta; per questo non mi stupivo nel vedere altre persone che facevano la stessa cosa.
Dopo una settimana di frequentazione della stessa strada, continuavo a notare persone a naso all’insù sempre nello stesso punto. Intuii che non poteva essere una coincidenza e alzai lo sguardo per capire cosa attirasse l’attenzione dei passanti, ma, onestamente, continuai ad ignorarlo.
Fu solo qualche giorno più tardi che la situazione mi fu chiara! Conobbi una persona originaria di Bologna che, caldeggiata dalla mia approvazione, tesseva le lodi della sua bella città.
“Avrai visto il segreto delle frecce più avanti, ci passiamo tutti i giorni!” disse ad un certo punto. Ci misi un po’ a realizzare che, senza volerlo, stava sciogliendo il dubbio amletico e la curiosità che mi attanagliavano ormai da settimane, ma fu la conversazione a seguire a farmi realmente capire che le aspettative e l’idea che mi ero fatta su quella città non sarebbero state disattese! Avevo capito da subito che si trattava di una città speciale, mi ero innamorata dei mercatini di Natale e dell’atmosfera calda e romantica che si respirava in Piazza Maggiore ancor prima di venirci a vivere, ma scoprire che riservava dei segreti è stato emozionante!
I 7 segreti di Bologna
Che siate studenti fuori sede, turisti o anche originari della città, ecco la lista completa dei sette segreti di Bologna (o curiosità) per non farvi cogliere impreparati nel momento in cui vi troverete ad affrontare questo genere di conversazione, perché succederà.
- Le tre frecce conficcate sul soffitto del portico all’ingresso di Corte Isolani, in Strada Maggiore.
La leggenda narra di tre briganti intenzionati ad uccidere un signorotto bolognese, ma distratti da una fanciulla nuda alla finestra sbagliano la mira e le frecce finiscono sul soffitto del portico in legno. - Il “canale di comunicazione” sotto il voltone di Palazzo del Podestà che, utilizzato in epoca medievale per far confessare i lebbrosi evitando un contatto diretto, permette che i suoni vengano trasmessi da un angolo all’altro nella più assoluta riservatezza.
- Il dito della statua del Nettuno che, visto dalla particolare angolazione della scalinata di Salaborsa, a causa di un effetto ottico, diventa un fallo in erezione.
- La piccola Venezia di via Piella, uno degli scorci più romantici e inattesi della città. Ci si affaccia su un canale usato in passato per la navigazione mercantile, ma che oggi si presenta come scorcio degli innamorati, abbellito da disegni, frasi d’amore e lucchetti che rievocano il famoso Ponte Milvio romano.
- La scritta: “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia” situata sulla volta del Canton de’ Fiori in via Indipendenza, che vuole celebrare la ricchezza che la coltivazione della canapa ha portato a Bologna.
- La scritta “Panum resis” su uno dei tavoli della sede dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, ad indicare che la conoscenza sta alla base di tutte le decisioni.
- Il vaso rotto sulla Torre degli Asinelli che simboleggia le buone qualità di Bologna nella risoluzione dei problemi. Attorno a quest’ultimo segreto ce n’è un ulteriore, in quanto sembra non essere sicura l’effettiva esistenza del vaso!
Articolo scritto da Alessia Monaco