Nel cuore dell’Appennino bolognese, dove il tempo scorre lento, la famiglia Franceschini conferma che l’artigianalità è un patrimonio da proteggere. Abbiamo visitato lo stabilimento e provato i loro salumi profumati, genuini e golosi
A Castello di Serravalle, tranquilla località dell’Appennino bolognese, il Salumificio Franceschini celebra da sessant’anni l’arte della norcineria con prodotti che condensano storia, tradizioni e artigianalità.
In un mercato spesso dominato dalla standardizzazione, qui si punta sulla personalità: salumi che non si piegano alla velocità della grande industria, ma che seguono il passo lento e sicuro di chi conosce il valore del tempo.
Sommario
Salumificio Franceschini: da piccola bottega a riferimento locale
La storia di Franceschini è un racconto che si dipana lungo tre generazioni. Tutto iniziò nel 1964 a Savigno, dove i fratelli Primo e Pasqualino Franceschini aprirono una piccola bottega per mettere in pratica la passione per la lavorazione dei salumi e portare avanti una vera e propria arte.
Con grazia e senza fretta, resistendo al richiamo delle scorciatoie, l’azienda è gradualmente cresciuta fino a diventare un punto di riferimento del territorio. Trasferitasi a Castello di Serravalle, ha ampliato la sua superficie produttiva a 1500 mq, con otto celle di stagionatura e due dedicate alla stufatura della mortadella. Non mancano alcune attrezzature tecnologiche, ma il cuore della produzione ha ancora una forte artigianalità: dalla selezione delle carni e dell’intera filiera italiana al controllo meticoloso di ogni fase del processo di lavorazione.
Attualmente il fatturato annuo si assesta sui 4,5 milioni di euro e una produzione che, tra le altre cose, conta 100 tonnellate di mortadella e 90 di salame (i prodotti di punta dell’azienda). La risposta del mercato è stata molto positiva e il brand Franceschini si è consolidato presso i settori della ristorazione di qualità e dell’Ho.re.ca..
La magia della materia prima: quando il prodotto parla da sé
I salumi Franceschini non hanno bisogno di artifici per conquistare il palato dei consumatori, anche di quelli più esigenti. Tra queste colline, la qualità è un dialogo tra la natura e l’uomo: maiali allevati in Italia nel rispetto del loro benessere, carni selezionate con cura e pochi, essenziali, ingredienti: sale marino, pepe macinato fresco, un tocco di aglio e null’altro. La piccantezza calibrata, i profumi che raccontano la stagionatura lenta, la consistenza che svela un equilibrio perfetto tra morbidezza e carattere: tutto è pensato per offrire molto più di un semplice assaggio.
Si intuisce che in questa famiglia non ci si accontenta di creare un prodotto; ogni salume diventa un racconto, capace di evocare immagini e sensazioni. Mangiare una fetta del loro “Salame Campagnolo” è come passeggiare in un bosco di querce, mentre la Mortadella Opera – premiata e acclamata – è un soffio di eleganza che avvolge il palato con delicatezza.
Un assortimento che racconta i sapori della montagna
Se il citato salame “Campagnolo” esprime schiettezza, semplicità e tradizione, altre tipologie di salame percorrono una grammatica gustativa più eterogenea, dal “Salame con lardello” al “Delicato“, dal “Salame Gentile Lungo” a quello “All’aglio”, passando per il “Salame Piccante” e per la piccola e profumata “Filzetta”.
E poi ci sono le specialità regionali, come la Zia ferrarese, intensa e ricca d’aglio, o il Salame al Tartufo, impreziosito dalle scaglie di trifola dei boschi di Savigno, Città nazionale del Tartufo bianco pregiato. Chi ama l’opulenza, si può lasciar conquistare dai cotechini oppure dalle pancette arrotolate e dal guanciale stagionato. Insomma è il trionfo di specialità che sono indiscusse protagoniste di taglieri inneggianti al piacere della convivialità.
Mortadella Opera: il nuovo volto della tradizione
Tra le creazioni più recenti spicca la Mortadella Opera, un gioiello “rosa” premiato con le “Tre fette” del Gambero Rosso, dal profilo aromatico dolce e il sapore schietto. Disponibile in tre versioni – classica, con pistacchi e al tartufo – è il risultato di un processo che inizia con la macinatura finissima di carni italiane pregiate, prosegue con una lunga stufatura e termina con la legatura manuale prima di essere messa a “riposare” nelle apposite celle. Accanto a Opera, il Salame Rosa, un insaccato cotto dalle origini medievali legato alla memoria gastronomica di Bologna, recuperato e valorizzato con amore.
L’innovazione consapevole e sostenibile
Un altro punto di merito di questa realtà è l’attenzione alla produzione sostenibile: l’energia solare prodotta da un impianto fotovoltaico, infatti, alimenta una filiera dove il rispetto per l’ambiente è parte integrante della filosofia aziendale.
I prodotti Franceschini si possono acquistare nlle migliori salumerie oppure nello spaccio aziendale aperto al pubblico.
Salumificio Franceschini
Via Valle del Samoggia, 6927, Loc. Castello di Serravalle – Valsamoggia (BO)
www.salumificiofranceschini.it