Si chiama D-Vino l’iniziativa lanciata come esperimento quest’anno in 8 istituti alberghieri e turistici della regione, oltre che in Piemonte e Sicilia. Ai ragazzi vengono impartite nozioni di enologia e territori per cogliere future opportunità lavorative
Sommario
Si chiama D-Vino l’interessante progetto che mira a diffondere la cultura del vino negli istituti alberghieri e turistici italiani. A lanciare l’iniziativa, che già nell’anno scolastico 2021/22 ha coinvolto 500 studenti di 8 Istituti Scolastici di Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia, è stata l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino che riunisce professioniste di tutta la filiera, produttrici, ristoratrici, enotecarie, giornaliste-comunicatrici e sommelier.
Antonietta Mazzeo per l’Emilia Romagna, Roberta Urso per la Sicilia, Roberta Lanero per il Piemonte, insieme alla presidente nazionale Donatella Cinelli Colombini, si sono impegnate nell’elaborazione del progetto pilota che, nel prossimo anno scolastico, sarà esteso anche alle altre regioni fino a quando verrà gestito direttamente dal Ministero. Importante è stato anche il contributo di Maura Zini, Dirigente Scolastica dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Modena, che ha rivestito il ruolo di capofila rispetto al Ministero dell’Istruzione.
D-Vino: il progetto delle Donne del Vino nelle scuole
In questa fase di sperimentazione del progetto D-Vino, sono previste 12 ore di incontri all’anno, nell’ambito dell’orario scolastico già determinato, e sempre alla presenza dei docenti. Le Donne del Vino hanno offerto la loro consulenza in aula gratuitamente e continueranno a farlo anche nelle visite didattiche in cui i ragazzi verranno condotti nelle aziende per scoprire da vicino come nasce il vino.
In realtà alcuni istituti alberghieri avevano già introdotto percorsi di formazione sul vino mentre le scuole turistiche finora non avevano mai preso in considerazione questa disciplina. L’Associazione ideatrice ha intuito come le enormi potenzialità del patrimonio enogastronomico italiano dovessero essere percepite anche dagli studenti per orientare, in questo senso, il loro percorso di studi.
Gli incontri, basati sul racconto dei territori del vino e sulla creazione e comunicazione di esperienze enoiche, hanno riscosso tanto successo tra gli studenti che saranno, verosimilmente, i futuri attori di ristoranti, alberghi, agenzie di viaggio, uffici informazione e delle attività turistiche in generale.
I primi risultati dell’iniziativa delle Donne del Vino
Lo scorso 19 marzo, presso il Grand Hotel Majestic già Baglioni di Bologna, sono stati presentati i primi risultati ottenuti con il progetto D-Vino alla presenza anche di Donatella Cinelli Colombini.
«Il primo obiettivo di D-Vino – ha spiegato Donatella Cinelli Colombini – è quello di dare agli studenti maggiori prospettive di lavoro, ma ci sono anche obiettivi più strategici. L’Italia ha bisogno di riacquistare i flussi turistici esteri bloccati dal Covid e sa di avere nell’enogastronomia la calamita più forte. Per questo non basto solo insegnare storia dell’arte a coloro che dovranno proporre la destinazione Italia oppure animare il soggiorno di chi arriva nel nostro Paese. Conoscere il vino e i territori del vino consentirà ai futuri manager del turismo di potenziare l’attrattività delle nostre regioni e avere degli argomenti in più per battere la concorrenza. Allo stesso modo come una maggiore conoscenza del vino è fondamentale per chi si occupa di ristorazione e ottiene un terzo del suo fatturato sulle bottiglie che serve in tavola».
Dagli interventi di Roberta Urso, Antonietta Mazzeo e Roberta Lanero è emerso che il metodo didattico introdotto dalla Donne del vino è basato su poca teoria e tanti esempi concreti capaci di coinvolgere i ragazzi che, grazie a queste lezioni, immaginano futuri sbocchi professionali non consueti. Tra questi la wine hospitality e in generale l’enoturismo, la comunicazione digitale e il wine management.
Tuttavia non si tratta di incontri puramente orientativi in quanto vengono fornite preziose informazioni, soprattutto negli istituti alberghieri dove si parla di denominazioni e di abbinamenti con la cucina regionale oltre ad aspetti più tecnici come la lettura dell’etichetta e i significati dei termini. Ovviamente la degustazione completa del vino è riservata ai maggiorenni mentre gli altri agli altri è riservato l’esame visivo ed olfattivo.
L’educazione al consumo responsabile
Un altro aspetto importante, soprattutto alla luce del target a cui si riferisce il progetto, è l’educazione al consumo responsabile anche – ma non solo – con il coinvolgimento di influencer in grado di allontanare i coetanei dall’abuso. È stato accolto con grande interesse il racconto della giovane testimonial emiliana Eleonora Vittoria Rosi contro l’abuso di alcol, da cui scaturite domande e impressioni degli studenti.
Gli Istituti coinvolti nella sperimentazione del Progetto D-Vino
In Emilia Romagna, il progetto ha interessato l’Istituto Lazzaro Spallanzani Castelfranco Emilia (Mo); Raineri Marcora, Piacenza e Magnaghi Solari Salsomaggiore Terme (Pr).
In Sicilia, l’istituto Alberghiero Ignazio e Vincenzo Florio – Erice (Tp); Istituto commerciale per il Turismo e professionale per l’ospitalità alberghiera Enrico Medi – Randazzo (Ct); Istituto superiore per i servizi turistico/alberghieri Don Calogero Di Vincenti – Bisacquino (Pa).
In Piemonte, Apf Colline Astigiane Scuola Alberghiera di Agliano-Asti e Istituto Umberto Primo Scuola Enologica di Alba.
Per informazioni: ledonnedelvino.com